Seminario “Ali per il Futuro”: l’esperienza Proges, una sfida moderna per “uscire dai canoni”
Proges ha sottolineato quanto “Ali per il futuro” rappresenti una sfida moderna, di grande impatto sulla cooperativa
In occasione dell’ultimo seminario organizzato nell’ambito del progetto “Ali per il Futuro“, Proges ha voluto raccontare la sua esperienza, come la Cooperativa sta vivendo il progetto.
Si è voluto sottolineare quanto “Ali per il futuro” rappresenti una sfida moderna, complessa e di grande impatto sulla cooperativa.
“È un progetto a due anime: una fuori dalle cooperative in cui il territorio e la comunità rappresentano lo spazio di ricerca delle famiglie; una dentro la cooperativa nei servizi dove invece vediamo lo spazio dell’ascolto, del dialogo, della messa in gioco dei gruppi educativi, dei coordinatori – ha raccontato Ilaria Dall’Olio, Responsabile del Progetto per Proges su Parma, durante il seminario – Queste due anime sono trascinanti e ci hanno chiesto di ri-determinare delle modalità di lavoro nell’approccio al territorio: da spazio di “mercato” a spazio di comunità dove intessere le trame di una rete inclusiva, dove muovere le domande, dove ricercare le famiglie più fragili, più nascoste, quelle meno capaci di parola e di domanda. Ma anche nell’accoglienza nei servizi: facendo tesoro della grande capacità dei servizi educativi di aprire, di ascoltare attivamente di accompagnare, di orientare; facendo anche un passo in più, chiedendo lo sforzo di “modificare” le buone prassi e individuare dei nuovi switch, quelle “discontinuità” che sono alla base delle innovazioni delle pratiche”.
Lo slogan delle azioni Proges nell’ambito del progetto “Ali per il Futuro” potrebbe essere “Uscire dai canoni”. Non senza sforzo, non senza difficoltà, non senza dubbio, ma comunque fondamentali per apprendere.
Perché è proprio questo apprendimento esperienziale a diventare un canale comunicativo e di crescita reciproca molto importante, capace di dare vita a una nuova idea di spazio educativo.
“I servizi educativi oggi possono essere concepiti come luoghi di pratica e di libertà, dove anche le fragilità e le povertà possono trovare uno spazio multiculturale, flessibile e accogliente perché progettato e progettato verso visioni nuove. – ha sottolineato Ilaria Dall’Olio – Spazi complessi dove era necessario pazientare, ri-definire, ri-collocare, non dare per scontato e riuscito ogni passaggio. Imprescindibile è stato il lavoro dei Case manager a supporto alle famiglie, figure snodo in grado di rendere comprensibili alle famiglie i percorsi, dando traguardi da raggiungere in un’ottica positiva e di promozione.
Senza dubbio possiamo dire che oggi la cooperativa è più ricca dal punto di vista sia della configurazione del proprio modello educativo che si intreccia con i modelli di welfare e del lavoro, sia nella capacità di individuare azioni di sostegno all’adulto a grande valenza educativa: l’accompagnamento, l’orientamento, la tenuta, la ricerca dell’opportunità, la declinazione dei confini. Ma è anche più pronta ad individuare certi tipi di bisogno, ha maturato nei suoi servizi coinvolti un’ottica più globale di intervento socio-educativo alla famiglia.
Ci portiamo a bagaglio anche il senso di aver compiuto un’impresa, collettiva, che ha avuto bisogno di tanta collaborazione e sapere professionale e che ha imparato a lasciare anche spazio all’imprevisto.
E se l’innovazione sociale oggi è “la capacità di ridurre le disuguaglianze” allora un po’ vi abbiamo contribuito anche noi”.