Salute e disagio mentale:
al Festival della Salute, focus Proges su prospettive e approcci

Due incontri su prospettive, approcci e cambiamenti legati al tema della salute in ambito assistenziale.

Ottobre è stato il mese dedicato alla Salute Mentale. Quest’anno l’argomento di riflessione è stato quello della disparità di trattamento e qualità dell’assistenza fornita tra chi soffre di malattie mentali e chi di altre patologie.

“Molti sono i fattori che determinano queste differenze: situazioni economiche, sociali e culturali, problematiche acuite nell’ultimo anno a causa della pandemia e della maggiore difficoltà di accesso alle cure. A tutto questo si aggiungono lo stigma e il pregiudizio che condizionano la qualità della vita delle persone che vivono con disturbi mentali e dei loro cari” spiega Manuela Polizzi, Business Area Manager Salute Mentale Proges.

Proprio per approfondire queste tematiche, in occasione del Festival della Salute di Viareggio, Proges ha organizzato due incontri su prospettive, approcci e cambiamenti legati al tema della salute in ambito assistenziale. Iniziative volte a creare un momento di confronto utile per riflettere sulle modalità di lavoro dei servizi esternalizzati del dipartimento.

Focus principale è stato quello del disagio mentale, toccato grazie ai contributi e interventi dei diversi professionisti che hanno preso la parola durante gli appuntamenti. “La Salute mentale deve diventare un tutt’uno con la salute dell’individuo per evitare la stigmatizzazione della patologia. – ha commentato Michela Bolondi, Presidente Proges.

Un impegno che la Cooperativa sta portando avanti nei suoi servizi, in particolare all’interno di una regione come la Toscana che molto investe su salute e sociale.

Gli interventi si sono sviluppati intorno agli ambiti de “𝑳’𝒊𝒎𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒂𝒎𝒃𝒊𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐: 𝒖𝒏 𝒏𝒖𝒐𝒗𝒐 𝒂𝒑𝒑𝒓𝒐𝒄𝒄𝒊𝒐 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝑺𝒂𝒍𝒖𝒕𝒆 𝑴𝒆𝒏𝒕𝒂𝒍𝒆”, nel caso del primo incontro, e su “𝑨𝒕𝒕𝒖𝒂𝒍𝒊𝒕𝒂̀ 𝒆 𝒑𝒓𝒐𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒊𝒗𝒆 𝒇𝒖𝒕𝒖𝒓𝒆, 𝒍𝒆 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒓𝒔𝒆 𝒓𝒆𝒂𝒍𝒕𝒂̀ 𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒇𝒓𝒐𝒏𝒕𝒐” durante la seconda tavola rotonda.

Ad introdurre i lavori sono stati il dott. Arcangelo Perillo e la dott.ssa Clara Schillaci, quali Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica (Te.R.P.), che hanno descritto i principi dei processi legati alla riabilitazione psichiatrica e le modalità di attuazione dei relativi interventi, evidenziando in modo particolare l’importanza che riveste il ruolo dello specialista – quale il Te.R.P. – nei diversi servizi di salute mentale. A seguire, la dott.ssa Barbara D’Avanzo, ricercatrice presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano, ha introdotto ed approfondito il tema della Recovery per la persona assistita, inteso come raggiungimento di un “equilibrio psicofisico”, che prescinde i limiti imposti dalla malattia mentale e che permette di acquisire un ruolo valido e soddisfacente nel contesto ambientale di riferimento.

La dott.ssa D’Avanzo ha inoltre ribadito l’importanza della “centralità della persona”: in quanto chi è affetto da una severa malattia mentale vorrebbe avere un lavoro significativo, stabilire i propri obiettivi, innamorarsi e/o avere amici. Ciò richiede un rapporto di collaborazione tra utente e operatore e progetti riabilitativi diretti alla persona e individualizzati. Servizi che possono essere ottimizzati attraverso un monitoraggio di tutte le fasi principali degli stessi, secondo l’assunto che il completamento dei diversi passaggi porta la persona più vicina al raggiungimento dell’esito desiderato.

Le valutazioni devono essere periodiche, coerenti e secondo le attese sono la base per un controllo mirato sullo svolgimento dell’intero processo. A tal proposito, il dott. Arcadio Erlicher, medico psichiatra, già Direttore ASST Ospedale Niguarda, ha illustrato l’utilità della scala Honos per la valutazione degli interventi nei servizi di Salute Mentale, e il valore dell’aggiornamento e della formazione continua. Argomento ribadito anche dal dott. Maurizio Miceli, ex dirigente medico psichiatra AUSL Toscana Centro, che ha esposto i diversi strumenti di valutazione maggiormente usati nei servizi di salute mentale del territorio.

Interventi che hanno portato alla formulazione di una riflessione comune, ovvero l’importanza sempre più significativa di considerare il paziente come attore attivo del proprio processo di cura: un “esperto per esperienza” e non un soggetto passivo di trattamenti. Occorre, inoltre, investire sulla formazione continua degli operatori già presenti nei servizi e soprattutto su figure specializzate nel settore, quali i Te.r.p.; occorre altresì comprendere l’importanza della valutazione e incentivare lo sviluppo di strumenti validati. Infine, l’augurio è quello di poter creare continui momenti di confronto in cui condividere la propria esperienza al fine di offrire una qualità di servizio migliore senza differenze su tutto il territorio.