A Bologna il seminario “Nuovi scenari per l’educazione zerosei: la raccomandazione del Consiglio Europeo”

Si è svolto a Bologna, presso l’Aula Magna del Dipartimento di Scienze dell’Educazione, il seminario “Nuovi scenari per l’educazione zerosei: la raccomandazione del Consiglio Europeo (obiettivi 2030)”. Un appuntamento promosso nell’ambito del Progetto “In trans warm and inclusive transitions) ERASMUS plus che, con la collaborazione del Gruppo Nazionale NIDI e Infanzia, ha affrontato diverse questioni relative all’accessibilità dei servizi educativi e alla loro spinta inclusiva come fattori che ne determinano la qualità.

Libreau della Unit for School and Multiligualism ad DG EAC del gruppo della Commissione Europea, ha sottolineato che “non esiste qualità senza inclusione”, ma anche che la “raccomandazione” si basa sul “Pilastro europeo dei diritti sociali del 2017”, riportandone una sintesi e un messaggio molto chiaro: “all’art 11 si parla di Servizi per l’infanzia e sostegno ai minori: i bambini hanno diritto a educazione e cura fin dalla prima infanzia, che si realizza attraverso servizi di buona qualità e accessibili a costi sostenibili. I minori hanno il diritto di essere protetti dalla povertà. I bambini provenienti da contesti svantaggiati hanno diritto a specifiche misure per migliorare le pari opportunità”.

Sono stati tre i focus indicati come centrali in questo lavoro di “infrastrutturazione” delle condizioni di inclusione:

  • l’adozione di linee guida strategiche in materia di educazione: l’Italia ha recentemente adottato le “Linee pedagogiche per il Sistema Integrato 06 anni” e gli Orientamenti per i Nidi di Infanzia;
  • l’accessibilità con una maggiore distribuzione territoriale dei servizi (fondi PNRR), l’abbattimento di barriere strutturali tra servizi, la ridefinizione oraria del funzionamento dei servizi, meno burocrazie di accesso;
  • tendere a un “costo del servizio sostenibile per le famiglie” in proporzione al reddito disponibile.

I nuovi obiettivi di accesso ai servizi educativi spostano l’asticella dal 33% (Obiettivi di Barcellona) al 45% e il 96% per la scuola di Infanzia, l’Italia con grandi divari territoriali è al 31% per lo 0/3 e al 94.6% per lo 0/6. Un quadro che ne evidenzia l’insufficienza.

La Raccomandazione richiama fortemente le dimensioni del Quality framework, nonché il recupero della visione/funzione sociale dei servizi di cura anche nello 0/6. È compito non solo delle Istituzioni farsi carico di trovare soluzioni ma anche il Terzo settore che, con la sua capacità interpretativa, può mettere in campo l’esito di progetti sperimentali agiti nell’ultimo quinquennio, della formazione permanente dei suoi staff, della qualificazione delle strutture, dell’opera dedicata a innovare dal punto di vista organizzativo, gestionale e manageriale. Ed è in questi progetti che si trovano proposte e risposte.

Perché risulta certo e acclarato che oggi i bambini e le bambine abbiano diritto di accesso a servizi non solo orientati alla necessità conciliativa ma anche portatori di una cultura dell’infanzia che li proponga come luoghi forti, capaci di comprendere le istanze, di attivare dialoghi nuovi e strade inconsuete, senza timori. L’educazione non ha bisogno di “incertezze”,quando si è posta le domande e ha fugato i dubbi.

Proges ha partecipato al Progetto come stakeholder, beneficiando anche di occasioni di confronto e di formazione, tale lavoro si è rivelato una vera e propria occasione di crescita e costruzione di conoscenza collettiva.