Proges al Festival della Salute di Siena
“Le cooperative prima e dopo il Covid: cambiare in emergenza”

Tavola rotonda organizzata da Proges sul tema salute mentale, alla luce del cambiamento del lavoro all’interno dei servizi della Cooperativa, dal periodo antecedente la pandemia ai giorni odierni.

Nell’ambito del Festival della Salute di Siena si è svolto l’incontro “Le cooperative prima e dopo il Covid: cambiare in emergenza” organizzato da Proges per approfondire il ruolo e la situazione di cambiamento a cui sono state sottoposte le cooperative prima e dopo il Covid. Un quadro delineato attraverso l’esperienza diretta vissuta da Proges, che ha raccontato cosa ha significato, e significa tutt’ora, il cambiamento e la riorganizzazione di attività e servizi durante una emergenza.

Un intervento volto a dare spazio alla salute mentale, ma anche a mettere in luce il percorso evolutivo che ha caratterizzato il lavoro all’interno dei servizi della Cooperativa, dal periodo antecedente la pandemia ai giorni odierni. Una occasione in grado di permettere da una parte agli operatori di lavorare con una consapevolezza diversa, dall’altra agli utenti di rivalutare e investire ancora di più nei propri percorsi di cura.

Perché l’epidemia da SARS-Cov2 (Covid-19) ha rappresentato fin da subito un grave problema di salute pubblica mondiale cui sono associate importanti ripercussioni anche sulla salute mentale.

“I dati non sono allarmanti, ma non possiamo considerare la pandemia alle spalle. Come Proges ci occupiamo delle fragilità nelle famiglie e ce ne siamo dovuti occupare in una fase emergenziale senza precedenti. Tutto è cambiato e sta cambiando e noi ci proponiamo di essere un interlocutore affidabile”, ha spiegato in apertura dell’incontro del Festival della Salute di Siena Manuela Polizzi, Business Area Manager Salute Mentale Proges.

Le difficoltà organizzative utili ad arginare la diffusione del contagio hanno interessato particolarmente le classi più deboli della popolazione e i servizi che si occupano della loro assistenza, quali come le RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali), comunità per disabili e psichiatriche.

I servizi per la salute mentale sono da sempre impegnati per favorire l’inclusione sociale attraverso l’erogazione di attività terapeutico-riabilitative che si attuano nella quotidianità mediante l’utilizzo di spazi e luoghi comuni, attività di gruppo, prossimità relazionale e fisica tra utenti e operatori. In virtù di ciò, si sono dovuti adattare attraverso una riorganizzazione, con la conseguente drastica riduzione delle attività offerte e la rivalutazione dei singoli percorsi di cura.

Per sopperire a queste mancanze, molto importante è stata l’implementazione della cosiddetta “tele-riabilitazione” attraverso la quale è stato possibile mantenere la continuità terapeutica con l’erogazione di attività individuali e di gruppo.

Come ha spiegato Arcangelo Perillo, Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica Proges: “La pandemia ha rappresentato un momento di crescita personale e voglia di rinascita. Il nostro lavoro è cambiato per capire come si sono evolute esigenze e priorità dei nostri utenti. La tecnologia ci ha aiutati con risultati molto positivi. La cosiddetta “tele-riabilitazione” è stata fondamentale per permettere continuità terapeutica sulla base degli obiettivi di ciascun paziente”.

Antonella Rosa, dirigente SRCC “Villa Laguidara” Proges, ha portato il suo punto di vista esperienziale raccontando: “ci siamo dovuti riorganizzare e reinventare per garantire il benessere e la salute degli ospiti. Quando abbiamo registrato il primo caso di Covid all’interno della nostra struttura stati costretti a sospendere le attività di socializzazione e ad attrezzare i luoghi per preservare gli ospiti. Quando il Covid si è manifesto sugli operatori abbiamo registrato una carenza sul personale, accelerando i tempi di lavoro, in una rincorsa continua per cercare di evitare che il virus dilagasse. Sono state trovate nuove vie di comunicazione con gli ospiti, di coinvolgimento nel monitoraggio e prevenzione, inventando modalità di interazione sia con loro stessi sia con le loro famiglie. Oggi stiamo investendo sui momenti di confronto, cercando di progettare il futuro, anche con soluzioni alternative qualora si presentasse nuovamente la necessità”.

Esperienze a confronto, spunti di riflessione e nuove visioni concrete di un prima e dopo pandemia, alla luce di una emergenza ancora non terminata. Nuove consapevolezze, metodologie di lavoro e organizzative. Questi i focus della tavola rotonda.

A completare gli interventi del Festival della Salute di Siena, la proiezione di un video con testimonianze dirette degli operatori delle strutture Proges, le voci di chi ha vissuto e vive ogni giorno questa situazione.

“Con il Covid abbiamo avuto la necessità di cambiare e reinventarci, di essere più flessibili nei bisogni espressi dalle persone di cui ci prendiamo cura. Abbiamo dovuto acuire le nostre capacità di adattamento, per questo vorrei fare un ringraziamento alle persone che lavorano nella cooperativa, che hanno dimostrato una più che elevata professionalità e dedizione al lavoro nei confronti di pazienti, famiglie e colleghi, oltre a un grandissimo senso di responsabilità mettendo i nostri utenti davanti a tutto”, ha concluso la Presidente Proges Michela Bolondi.

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