
MANIFESTO ZEROSEI

MANIFESTO ZEROSEI
I servizi educativi 06 sono luoghi di vita e dispositivi bio-culturali aperti, ovvero luoghi in cui la ricchezza della vita si esprime nei corpi, negli spazi, nelle relazioni, nei simboli e nei linguaggi delle persone – bambini e adulti – che insieme li abitano.
Sono luoghi che vivono, portatori di un’identità dinamica che non rimane mai uguale a se stessa, pur fondandosi su un pensiero pedagogico che si sviluppa attraverso metodologie, percorsi, processi costruiti con la comunità scientifica di riferimento, in un lavoro di ascolto e di riflessione continuo.
Sono mondi che provano a ridurre le disuguaglianze e perseguire giustizia sociale; luoghi in cui c’è spazio per tutti coloro che – portando in essi istanze, bisogni, possibilità e domande – contribuiscono alla loro continua trasformazione; luoghi dove l’educazione è esplicitamente un bene comune e parte di un dialogo con il sistema pubblico.
Accogliere è un “fare” prezioso che appartiene alla nostra professione educativa e si impara ogni giorno nella relazione con i genitori, le figure parentali, i bambini e le bambine, le persone che partecipano in una reciprocità possibile. Ascolto e dialogo presuppongono la capacità di sospendere il giudizio, di stare dentro allo scambio relazionale in modo attivo, consapevole e interessato. Narrare e documentare le storie è rendere esplicito, chiaro, toccante ciò che vive nei servizi e renderlo narrazione collettiva, trasformando l’esperienza in sapere condiviso e motore di continua evoluzione.
La co-progettazione è un atto professionale che prevede una comunanza di intenzioni, pensieri, propositi e obiettivi. Il servizio co-progetta con la Comunità, si fa soglia tra il suo dentro e il fuori che si affaccia. L’inclusione è un avvenimento quotidiano, ricorsivo che non ha bisogno di essere progettato perché già parte della pedagogia di servizio. Il servizio attiva la relazione con le famiglie, ciascuna con il suo grado di partecipazione, e crea opportunità diverse e sfaccettate per tenerle prossime in un’ottica di co-educazione.
Le metodologie adottate presuppongono collegialità, riflessività e ricerca.
La collegialità è il superamento dell’autoreferenzialità educativa per tendere a una “cultura” condivisa e alla valorizzazione del confronto nei gruppi di lavoro che trovano senso nella progettualità pedagogica.
La riflessione continua sulle pratiche educative in relazione ai cambiamenti sociali e culturali chiede un’attenzione alla complessità del bambino e della sua storia familiare. La riflessività è la capacità di porre domande (problem posing), di interrogare il senso di ciò che si agisce, di rendere comprensibile il pensiero educativo.
La ricerca è intesa come un pilastro operativo dei servizi 06 insita nella quotidianità, nell’ordinarietà del lavoro. Formarsi alla ricerca è formarsi all’innovazione, è assumere la capacità di intravvedere i cambiamenti e tradurli in progettualità.